Quasi 5.000 rifugiati fuggiti quattro anni fa dalle violenze nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno deciso volontariamente di fare ritorno a casa dallo Zambia nei prossimi mesi. Le prime 100 persone partiranno oggi, 21 dicembre.
Dal momento che la situazione è migliorata sufficientemente da consentire il ritorno in condizioni sicure e dignitose, l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e le autorità dello Zambia hanno avviato il rimpatrio volontario dei rifugiati congolesi dall’insediamento di Mantapala, nella provincia di Luapula, a Pweto, nella provincia dell’Alto Katanga, RDC.
Rispondendo a un sondaggio condotto dall’UNHCR a ottobre, circa 4.774 rifugiati hanno espresso l’intenzione di ritornare volontariamente. Il rimpatrio volontario, che continuerà anche nel 2022, rientra nell’accordo tripartito firmato nel 2006 dall’UNHCR e dai governi di Zambia ed RDC.
Da quando, a partire dal 2018, in alcune aree dell’Alto Katanga le condizioni di sicurezza sono migliorate, si stima che 20.000 rifugiati siano partiti spontaneamente dallo Zambia per fare ritorno alle proprie terre di origine, principalmente nel territorio di Pweto. L’UNHCR sta lavorando con le autorità della RDC, coinvolgendo partner dello sviluppo come CARITAS, per far progredire i progetti di reintegrazione, tra cui quelli inerenti a istruzione, salute e agricoltura, e per assicurare che i rimpatri possano avvenire in condizioni sicure e dignitose.
Presso l’insediamento di Mantapala vivono circa 18.000 rifugiati congolesi dediti all’agricoltura insieme a 5.000 zambiani, sparsi tra 11 villaggi integrati. Il campo è stato allestito a inizio 2018 per accogliere i rifugiati in fuga sia dagli scontri interetnici sia dai combattimenti tra le forze di sicurezza congolesi e gruppi di miliziani in aree della RDC sudorientale nel 2017.
I governi di Zambia e RDC, insieme all’UNHCR e ai suoi partner, tra cui il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e il World Food Programme (WFP) stanno lavorando in stretto coordinamento per supportare i rifugiati di ritorno. I servizi erogati includono il rilascio dei documenti di rimpatrio volontario, procedure rapide di autorizzazione all’immigrazione, esami medici e attestati scolastici che consentono ai bambini di riprendere gli studi una volta nella RDC.
UNHCR e WFP hanno messo a disposizione due autobus e due camion per poter effettuare il trasporto dei rifugiati e dei loro effetti personali, nonché pasti per il viaggio. I rifugiati, inoltre, riceveranno aiuti in contanti che permetteranno loro di ricostruirsi una vita nella RDC.
L’UNICEF ha rimodernato le strutture di approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari del centro di accoglienza del distretto di Chiengi, dove i rifugiati di ritorno sosteranno per sottoporsi al controllo dei documenti d’immigrazione prima di intraprendere il tratto finale del viaggio di ritorno a casa.
Il governo dello Zambia ha preparato test rapidi anti COVID-19 a cui devono sottoporsi i rifugiati presso l’ambulatorio medico rurale di Mantapala, prima di intraprendere il viaggio di ritorno. Il personale dell’UNHCR disinfetterà gli autobus, fornirà mascherine e disinfettanti per le mani e, insieme alle autorità, garantirà il rispetto delle misure di prevenzione anti COVID-19, per esempio assicurando che sia occupata solo metà capienza degli autobus.
Lo Zambia accoglie circa 103.028 persone tra rifugiati, richiedenti asilo ed ex rifugiati. Di queste, 63.681 provengono dalla RDC.
Contatti media:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter