L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime profondo apprezzamento per l’adesione da parte dell’Italia alla Convenzione sulla riduzione dell’apolidia del 1961. “L’Adesione rappresenta un importante passo che l’Italia compie a tutela dei diritti umani e nella lotta all’apolidia ed è un esempio per tutti gli stati che non hanno ancora ratificato la Convenzione del 1961” ha dichiarato Laurens Jolles, Rappresentante UNHCR per il Sud Europa.
Almeno 10 milioni di persone nel mondo sono attualmente apolidi e ogni dieci minuti un bambino nasce apolide. La Convenzione del 1961 ha come obiettivo la prevenzione dell’apolidia e la conseguente riduzione di essa nel tempo. In particolare, stabilisce regole chiare per evitare l’apolidia dalla nascita e prevenire il verificarsi dell’apolidia nel corso della vita di un individuo.
Nel 2014 l’UNHCR ha lanciato “#IBelong”, una campagna globale finalizzata a porre fine entro 10 anni al problema dell’apolidia. Essa rappresenta un limbo giuridico devastante per milioni di persone al mondo a cui non è riconosciuta la cittadinanza da nessuno stato e che di conseguenza non godono dei diritti fondamentali ad essa correlati.
Il 25 Novembre la Commissione per i diritti umani del Senato ha presentato un disegno di legge sul riconoscimento dello status di apolide, elaborato in collaborazione con l’UNHCR e il Consiglio Italiano per i Rifugiati. L’UNHCR auspica l’approvazione in tempi rapidi di questa legge che contribuirà a rendere le procedure di riconoscimento dello status di apolidia più efficaci ed accessibili.
Porre fine all’apolidia nel mondo sembra essere oggi sempre più possibile grazie al recente aumento del numero di Stati che hanno aderito ai trattati chiave delle Nazioni Unite. Nel mondo sono 65 gli Stati che hanno aderito alla Convenzione del 1961, e tra essi 19 sono membri dell’Unione Europea. L’Italia va dunque a rafforzare l’impegno della comunità internazionale verso questo alto obiettivo.
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