Sono tutti emozionati all’arrivo dei rifugiati vincitori delle borse di studio UNICORE 2021 all’aeroporto di Fiumicino. Tra la pandemia di COVID-19 e i disordini in Etiopia, questi studenti hanno sfidato ogni probabilità, arrivando fino in Italia per continuare la loro carriera accademica.
Ventiquattro università italiane hanno collaborato quest’anno con l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, per offrire un’opportunità unica nella vita a 45 rifugiati residenti in Etiopia di ottenere una borsa di studio completa per un master. Il progetto, iniziato nel 2019 con una fase pilota, da allora è cresciuto per offrire un totale di 70 borse di studio in 28 università in tutto il paese.
“Mio padre mi ha sempre incoraggiato a studiare, è lui che mi ha detto di non mollare anche dopo che mia madre è stata uccisa e siamo stati costretti a fuggire”, dice Asha, una donna somala di 25 anni con una laurea in Economia all’università di Jigjiga. “Quando ho saputo di questa opportunità ho voluto fare domanda, ma all’epoca non avevo internet o un PC, l’UNHCR mi ha aiutato a preparare la mia domanda e mi ha anche preparato per il colloquio orale rivedendo il mio linguaggio del corpo e il mio approccio”.
Asha è tra i 491 rifugiati che hanno fatto domanda per le 45 borse di studio di quest’anno, ed è stata scelta dall’Università Bocconi per un master in management, dopo aver dimostrato la sua determinazione e competenza in un processo di selezione svolto dalle stesse università. E’ arrivata in Etiopia da bambina, dove lei e i suoi quattro fratelli sono stati portati in salvo dal padre dopo che la madre e il fratello neonato sono stati uccisi in un attentato a Mogadiscio. Ha trascorso la sua vita in un campo rifugiati dove eccelleva nei suoi studi, nonostante dovesse prendersi cura dei suoi fratelli minori.
A 20 anni Asha è riuscita a iscriversi all’università di Jigjiga, ancora una volta incoraggiata da suo padre. “Avevo un programma rigoroso: di giorno mi occupavo della casa e dei miei fratelli e sorelle, e di notte studiavo. Solo essendo molto severa con me stessa sono riuscita a laurearmi”, dice.
In tutto il mondo, ad oggi 82,4 milioni di persone sono state costrette a fuggire da guerre e persecuzioni, secondo l’ultimo rapporto Global Trends dell’UNHCR. Solo il 68% dei bambini rifugiati è iscritto alla scuola primaria, il 34% alla scuola secondaria e solo il 5% dei giovani rifugiati riceve un’istruzione terziaria. Asha ha già sfidato ogni probabilità e ne è consapevole. “Spero che altre ragazze mi vedano come un esempio, e sappiano che è possibile raggiungere questo obiettivo, continuare la loro istruzione e un giorno ottenere una grande opportunità come questa”, dice.
L’UNHCR ha chiesto la creazione di canali sicuri come i corridoi universitari, che permettono ai rifugiati di accedere all’istruzione superiore e realizzare i loro sogni per un futuro prospero senza rischiare la vita in viaggi pericolosi.
Il tipo di futuro che aspetta Sami, rifugiato 24enne dell’Eritrea. “Sono fuggito dal mio paese otto anni fa. Da allora ho vissuto in un campo, poi quando i disordini sono iniziati anche in Etiopia sono dovuto fuggire. Ho vissuto tante difficoltà. Ora, finalmente, è il momento di godermi la vita”. Sami non vede l’ora di iniziare un master in biotecnologia medica all’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro nella città di Novara, nel nord del paese. “Mi hanno detto di aspettarmi temperature fredde, ma non importa, sono sicuro che sarà un posto caldo per me”, dice sorridendo.
Gli studenti UNICORE saranno ora trasferiti in appartamenti per la quarantena obbligatoria di 10 giorni, prima di raggiungere le loro destinazioni finali e iniziare la loro vita in Italia. I partner del progetto, come Caritas, Diaconia Valdese e Centro Astalli, si assicureranno che ricevano tutto il supporto necessario per completare i loro studi e realizzarsi all’università.
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