L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime preoccupazione per le violenze commesse contro i civili da parte di gruppi armati nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) che continuano a colpire vite umane e a costringere le persone a fuggire dalle loro case.
Quest’anno nel Nord Kivu e in Ituri, l’UNHCR e i suoi partner hanno registrato oltre 1.200 morti civili, 1.100 stupri, 25.000 violazioni dei diritti umani mentre più di un milione di congolesi sono stati costretti a fuggire nell’est del paese.
I ripetuti spostamenti hanno provocato un’enorme pressione sulle persone costrette a fuggire e sulle famiglie ospitanti che hanno accolto il 94% della popolazione sfollata della RDC, dando prova di straordinaria generosità nei confronti dei loro connazionali, ma che ora sono esauste e hanno bisogno di sostegno se devono continuare ad essere i primi soccorritori.
Le condizioni di vita difficili e la mancanza di cibo spesso spingono gli sfollati a rientrare prematuramente nei loro luoghi d’origine, esponendoli ulteriormente ad abusi e violenze: il 65% delle gravi violazioni dei diritti umani registrate dall’UNHCR e dai partner riguardano proprio questa parte di popolazione.
Gli attacchi attribuiti alle Allied Democratic Forces (ADF) sono diventati più brutali dalla fine del 2020, e la frequenza delle uccisioni di civili non è diminuita nonostante lo stato d’assedio dichiarato all’inizio di maggio 2021 per contrastare le attività di questi gruppi armati. Il 3 settembre, uomini armati identificati come membri delle ADF hanno fatto irruzione in un villaggio nel territorio di Irumu, uccidendo 15 civili, dando fuoco a 10 case e rapendo due donne.
Il 6 settembre, un gruppo armato avrebbe violentato 10 donne sfollate nel territorio di Djugu, nella provincia di Ituri. L’UNHCR e i partner hanno portato le donne all’ospedale più vicino, dove hanno ricevuto sostegno psicosociale e medico.
In seguito allo stato d’assedio, le province del Nord Kivu e dell’Ituri sono ora guidate da governi militari, sotto i quali l’esercito nazionale ha intensificato le sue operazioni e i tribunali militari hanno sostituito i tribunali civili. Alcuni gruppi armati, vedendo il loro spazio d’azione ridursi, si sono arresi, altri hanno contrastato le operazioni militari con rappresaglie contro villaggi e persone che percepiscono come sostenitori del governo. Nonostante gli sforzi del governo per ridurre gli abusi dei gruppi armati, i nostri team continuano a raccogliere orribili testimonianze di violenza sessuale, estorsione e saccheggio.
L’UNHCR ribadisce la sua richiesta di misure urgenti per proteggere i civili. Sosteniamo le autorità locali e i gruppi della società civile che rispondono ripetutamente alle ricorrenti migrazioni forzate e continuano a fornire aiuti salvavita, sostegno psicosociale e di altro tipo alle persone in difficoltà.
I finanziamenti per questa crisi umanitaria rimangono ad un livello criticamente basso, con il risultato che l’UNHCR è in grado di rispondere solo a una piccola frazione della popolazione che ha urgente bisogno.
L’UNHCR fa appello alla comunità internazionale per un maggiore sostegno. A meno di quattro mesi dalla fine dell’anno, abbiamo ricevuto solo il 51% dei 205 milioni di dollari richiesti nel 2021 per l’operazione nella RDC.
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