Lunedì sera è scoppiato un incendio presso il centro di accoglienza di Moria, sull’isola greca di Lesbo, in seguito agli scontri tra diversi ospiti della struttura, gestita dal governo. Numerosi rifugiati e migranti sono stati costretti a fuggire dal centro. Al momento dei fatti circa 4.400 persone erano accolte nella struttura. Circa 95 minori non accompagnati sono stati trasferiti nel vicino centro di accoglienza di Pikpa. Sulla base delle prime informazioni, il fuoco non avrebbe provocato vittime ma almeno 30 persone hanno riportato lesioni leggere e sono state portate in ospedale. Oltre 50 unità abitative fornite dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in grado di ospitare circa 800 rifugiati, sono state completamente distrutte. Sono stati registrati altri danni materiali alla struttura del centro, tra cui la distruzione di tende.
L’UNHCR è presente a Moria e negli altri centri di accoglienza nelle isole greche. Un team dell’Agenzia sta valutando i danni e nella giornata odierna allestirà tende familiari, così come misure di emergenza destinate alle persone colpite. Le organizzazioni non governative forniranno tende, materassi, coperte e acqua.
Anche se le cause dell’incendio non sono state ancora accertate, l’incidente conferma la criticità delle condizioni di sicurezza a Moria e negli altri centri di accoglienza. L’UNHCR ha ripetutamente richiesto alle autorità e alle forze dell’ordine di aumentare le misure di sicurezza per proteggere i rifugiati, i migranti, gli operatori umanitari e i dipendenti pubblici che lavorano in questi luoghi. Tali misure servirebbero a diminuire il senso di insicurezza diffuso tra la popolazione greca che vive nelle vicinanze.
Condizioni di vita inadeguate, insieme ad un senso prevalente di incertezza, alimentano costantemente la disperazione e la frustrazione tra i richiedenti asilo presenti in Grecia. Sulle isole come quella di Lesbo, la capacità di ospitare rifugiati e migranti è fortemente sotto pressione. A Lesbo sono presenti più di 5.300 persone anche se i posti disponibili in accoglienza sono solamente 3.500. Per ridurre la tensione e il sovraffollamento, l’UNHCR sta lavorando con le autorità e chiede con urgenza il trasferimento in Grecia continentale dei minori non accompagnati e separati, uno dei gruppi più vulnerabili, tempi più brevi per la presentazione delle richieste di asilo, in particolare sulle isole, maggiore tempestività nella registrazione e nell’esame dei casi per tutte le nazionalità dei richiedenti e nel rimpatrio di coloro che non necessitano di protezione internazionale.
L’UNHCR continuerà a sostenere le autorità nell’individuazione di soluzioni al sovraffollamento. I funzionari dell’UNHCR collaborano nelle operazioni di identificazione, informazione e trasferimento dei richiedenti asilo a bordo di traghetti e autobus in Grecia continentale. Nel caso di minori non accompagnati, l’Agenzia sta contribuendo a trovare strutture di accoglienza adeguata in modo che possano essere trasferiti in Grecia continentale.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter