L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e i partner chiedono 1,2 miliardi di dollari per fornire assistenza umanitaria salvavita a più di 2,2 milioni di rifugiati sud sudanesi che vivono nei cinque paesi confinanti.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e i partner chiedono 1,2 miliardi di dollari per fornire assistenza umanitaria salvavita a più di 2,2 milioni di rifugiati sud sudanesi che vivono nei cinque paesi confinanti.
Milioni di cittadini sud sudanesi sono stati costretti a fuggire oltre confine o all’interno del proprio Paese, diventato quasi un decennio fa la nazione più giovane del mondo. La crisi continua a riguardare soprattutto i giovani, con oltre il 65% della popolazione rifugiata di eta’ inferiore ai 18 anni, compresi 66.000 minori che sono stati separati dai loro genitori o da chi si prende cura di loro.
Anche se sono stati fatti alcuni progressi nell’attuazione dell’ultimo accordo di pace, i bisogni umanitari e di protezione rimangono elevati per quella che resta la più grande crisi di rifugiati del continente africano.
La maggior parte dei rifugiati sud sudanesi sono ospitati in aree relativamente remote e sottosviluppate. La pandemia di COVID-19 unita alle sfide legate ai cambiamenti climatici, tra cui gravi inondazioni, siccità e locuste del deserto, hanno aggravato una situazione già difficile.
I fondi servono urgentemente per fornire assistenza salvavita, inclusi alloggi, accesso all’acqua potabile, istruzione e servizi sanitari. La carenza di cibo è particolarmente acuta, poiche’ i fondi insufficienti hanno già comportato tagli alle razioni alimentari, con un impatto negativo su centinaia di migliaia di rifugiati.
Con la pandemia che si ripercuote sulle condizioni socio-economiche sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti, la risposta umanitaria per il 2021 dedicherà una rinnovata e maggiore attenzione a misure per rafforzare la resilienza e sostenere i mezzi di sussistenza.
I partner umanitari intensificheranno anche la prevenzione della violenza di genere e daranno priorità al sostegno alle persone con esigenze specifiche, anche rafforzando i programmi di protezione dei minori e incrementando il sostegno psicosociale e gli interventi a tutela della salute mentale.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC), l’Etiopia, il Kenya, il Sudan e l’Uganda continuano a ospitare generosamente i rifugiati sud sudanesi e a progredire verso la loro inclusione nei sistemi nazionali, compresi la sanità e l’istruzione, in linea con il Global Compact sui Rifugiati. Chiediamo alla comunità internazionale di rinnovare il sostegno.
Sebbene circa 350.000 rifugiati abbiano preso autonomamente la decisione di tornare in Sud Sudan dal 2017, e si stia lavorando per far avanzare il processo di pace e sostenere questi ritorni, non ci sono ancora le condizioni per il ritorno su larga scala e sono necessari fondi ora per aiutare i rifugiati e le comunità locali che li hanno accolti.
Il Piano di risposta regionale per i rifugiati del Sud Sudan del 2021 integra quello di risposta umanitaria (HRP) del Sud Sudan per il 2021, anch’esso lanciato oggi. L’HRP richiede 1,7 miliardi di dollari di finanziamenti per fornire assistenza e protezione salvavita a 6,6 milioni di persone – compresi 350.000 rifugiati – in difficoltà all’interno del Paese, molte delle quali stanno affrontando una grave insicurezza alimentare dovuta al conflitto, alle emergenze legate ai cambiamenti climatici e all’impatto economico della pandemia di COVID-19.
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