L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha garantito in tempi rapidi la consegna di aiuti umanitari a migliaia di persone colpite dal ciclone Gati nella regione somala del Puntland.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha garantito in tempi rapidi la consegna di aiuti umanitari a migliaia di persone nella regione somala del Puntland colpite dal ciclone Gati, il più devastante ciclone tropicale mai registrato in questo Paese dell’Africa orientale.
In collaborazione con il Programma alimentare mondiale (PAM/WFP) e altri partner, un ponte aereo dell’UNHCR ha trasportato aiuti da Mogadiscio a Bosaso.
Gati ha investito la regione di Bari, nel Puntland, il 22 novembre, riversando l’equivalente di circa due anni di precipitazioni nell’arco di pochi giorni e colpendo oltre 180.000 persone, delle quali circa 42.000 erano state costrette a lasciare le loro case.
Nell’arco degli ultimi tre decenni e mezzo, la Somalia è stata colpita da 15 tempeste tropicali e cicloni accompagnati da inondazioni improvvise. Tali eventi caratterizzati da condizioni meteo estreme fanno parte di una serie di tempeste di portata devastante su scala globale causate da cambiamenti climatici e riscaldamento delle temperature degli oceani.
In Somalia, gli effetti del ciclone Gati hanno prodotto una nuova emergenza umanitaria andatasi a sommare a quelle esistenti in un Paese alle prese con conflitto, pandemia da coronavirus e invasioni di locuste del deserto, rendendo quello in corso un anno eccezionalmente difficile per tutte le persone sfollate sul territorio.
L’UNHCR assicurerà assistenza a 36.000 vittime del ciclone nella regione duramente colpita di Bari mediante la consegna di articoli di emergenza, tra cui zanzariere, lampade a energia solare, taniche, saponi, coperte, materassi, set da cucina e teli impermeabili e/o aiuti in contanti per alloggi di emergenza. Gli aiuti umanitari dell’Agenzia assicureranno sostegno a sfollati interni, rifugiati e membri delle comunità di accoglienza locali.
La risposta di emergenza in corso fa seguito a un appello tramite il quale il governo regionale del Puntland richiedeva assistenza umanitaria.
Molte delle persone costrette alla fuga dal ciclone stanno facendo ritorno alle case o agli insediamenti danneggiati o distrutti. Il ciclone, inoltre, ha separato famiglie, distrutto mezzi di sostentamento e incrementato il rischio di casi di violenza di genere.
Le persone vulnerabili di tutto il mondo fanno fronte ad alcuni degli effetti peggiori del cambiamento climatico, tra cui insicurezza alimentare, idrica e fondiaria, e interruzione dei servizi necessari a garantire salute, sussistenza, stanziamento e sopravvivenza. Inevitabilmente, tra i più colpiti vi sono anziani, donne, minori e persone con disabilità.
Sono circa 2,6 milioni le persone attualmente sfollate all’interno della Somalia, principalmente a causa del conflitto, e per ragioni legate sempre più ai drastici effetti del cambiamento climatico, quali gravi periodi di siccità e inondazioni.
Il Network di monitoraggio delle esigenze di protezione e dei ritorni (Protection Return Monitoring Network/PRMN) guidato dall’UNHCR in Somalia ha registrato quasi 1,3 milioni di nuovi sfollati finora nel 2020, più del 70 per cento dei quali in fuga da inondazioni.
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