Il numero di sudsudanesi che cercano asilo e sicurezza in Uganda è aumentato significativamente negli ultimi giorni. Crediamo che il flusso continuerà a crescere nei prossimi giorni a causa delle forti tensioni lungo il confine.
Nei giorni di venerdì e sabato, 1.326 persone hanno attraversato il confine verso l’Uganda. Domenica, altre 1.633. La maggior parte di loro sono sudsudanesi, ma si pensa che ci siano anche alcuni ugandesi. Prima di questo venerdì, la media giornaliera di arrivi si attestava sulle 233 persone. Da quando gli episodi di violenza in Sud Sudan sono iniziati, il 7 luglio, un totale di 5.015 persone sono fuggite in Uganda. Oltre il 90% delle persone in fuga sono donne e minori.
L’UNHCR prevede che un maggior numero di persone arrivi in Uganda, soprattutto dopo che sono stati tolti i controlli lungo la strada di 200 chilometri Juba-Nimule, che collega la capitale sudsudanese con l’Uganda. Di conseguenza, più persone stanno arrivando in camion. Questo spiega l’aumento del numero di arrivi. Molti riescono a portare con sè i loro effetti personali.
Migliaia di persone sono entrate nella regione nord dell’Uganda attraverso i valichi di frontiera di Moyo, Kuluba, Lamwo, Yumbe e Elegu, mentre alcuni si dirigono direttamente verso l’insediamento di rifugiati a Kiryandongo, nel centro-ovest del paese. Il confine è stato precedentemente chiuso dal lato sudsudanese, ma le restrizioni sono state attenuate.
I nuovi arrivati sono in fuga soprattutto dallo Stato dell’Equatoria Orientale, e gruppi più piccoli arrivano da Juba. Raccontano che la situazione di sicurezza rimane volatile e che gli scontri potrebbero scoppiare nuovamente in qualsiasi momento. I rifugiati riportano un aumento dei saccheggi.
In Uganda, oltre 6.000 sudsudanesi sono accolti nell’insediamento di Pagiarinya, nel distretto di Adjumani, mentre altri sono in punti di raccolta che aspettano di essere trasferiti nell’insediamento. Una recente valutazione ha dimostrato che Pagiarinya ha una capienza sufficiente per accogliere altre 6.500 persone, il che significa che probabilmente sarà pieno nei prossimi giorni.
Una missione inter-agenzie di valutazione del sito, che include ufficiali dell’ufficio del primo ministro ugandese e l’UNHCR, si trova al momento sul campo per individuare zone adatte per stabilire nuovi insediamenti.
Le persone arrivano in Uganda stanche ed affamate. La maggior parte ha camminato per giorni con i propri effetti personali. Molti soffrono di malnutrizione dopo aver passato giorni senza cibo. Negli ultimi mesi, le operazioni delle milizie in alcune zone del Sud Sudan hanno creato difficoltà nel raccolto.
Secondo le Nazioni Unite, sarebbero circa 300 le persone rimaste uccise e oltre 10.000 quelle fuggite dalle proprie case a causa degli episodi di violenza a Juba. L’UNHCR condanna gli attacchi di violenza contro operatori umanitari, che hanno provocato la morte di almeno una persona. Molti paesi hanno fatto evacuare i loro connazionali. L’UNHCR, come parte di una risposta umanitaria complessiva, ha in corso valutazioni e sta fornendo assistenza nei siti di sfollamento.
Anche se lunedì è iniziato un fragile cessate il fuoco, le Nazioni Unite hanno messo in guardia sulla possibilità di nuovi scontri a Juba. La situazione è aggravata dalla svalutazione della sterlina sudsudanese, che ha causato un incremento dei prezzi e ha reso il cibo a disposizione troppo costoso per molte persone. I combattimenti hanno anche disturbato le rotte di rifornimento dall’Uganda in Sud Sudan, compresi aiuti umanitari e alimentari.
Nella regione occidentale di Gambella, in Etiopia, il numero di nuovi arrivati non è incrementato significativamente dall’11 Giugno, ma i nuovi scontri hanno diminuito le possibilità di un loro ritorno a casa. Il confine tra il Kenya e il Sud Sudan è relativamente calmo al momento. Ad oggi, l’UNHCR ha trasferito 169 nuovi arrivati dalla frontiera di Nadapal al campo di Kakuma.
I nuovi spostamenti forzati metteranno a dura prova le risorse dell’UNHCR per le operazioni in Sud Sudan, e le nostre capacità di fornire assistenza salva-vita in tempo. Soprattutto a causa del difficile accesso a Juba. Venerdì scorso, a Nairobi, l’UNHCR ha rinnovato l’appello per le operazioni per i rifugiati sudsudanesi, chiedendo US$701 milioni. L’appello precedente per US$638 milioni è stato finanziato soltanto del 17%.
A presentare l’appello è stata Ann Encontre, Coordinatrice Regionale per i Rifugiati dell’Emergenza in Sud Sudan. Ha riferito che il dato sulla base del quale è stata realizzata la pianificazione generale era salito da 867.239 rifugiati a 973.000. Ha avvertito che nei prossimi mesi questa cifra potrebbe oltrepassare la soglia di un milione di persone rifugiate
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