L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha inviato all’Unione Europea una serie di proposte concrete volte ad affrontare le sfide poste dalle migliaia di rifugiati e migranti che ogni anno rischiano la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Le proposte, formulate dal Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres in una lettera all’Unione Europea, sono parte dell’Iniziativa per il Mediterraneo Centrale (Central Mediterranean Sea Initiative, CMSI) dell’UNHCR, che mira a promuovere un ampio dibattito che coinvolga la Commissione Europea e gli Stati europei e le altre parti interessate per affrontare il tema dei flussi migratori misti nel Mar Mediterraneo e salvare vite umane.
“Stiamo proponendo all’Unione Europea e ai paesi che ne fanno parte una serie di soluzioni coraggiose e innovative per affrontare le sfide connesse alla gestione dei flussi migratori misti nel Mediterraneo e ridurre il numero di persone che perdono la vita in mare”, ha dichiarato Vincent Cochetel, Direttore del Bureau UNHCR per l’Europa.
Dall’inizio dell’anno, sono circa 470 le persone che hanno perso la vita o che sono scomparse nel Mar Mediterraneo, rispetto alle 15 dello stesso periodo dello scorso anno.
“Il mantenimento dello status quo non è un’opzione praticabile”, ha ammonito Cochetel, “non agire di fronte a queste sfide comporta solamente la morte di altre persone.”
Tra le nuove proposte dell’UNHCR c’è l’istituzione di un’importante operazione di ricerca e soccorso europea nel Mar Mediterraneo, simile all’operazione italiana Mare Nostrum, che si è conclusa lo scorso anno, e la realizzazione di un sistema europeo per compensare le perdite economiche subite dalle compagnie di navigazione coinvolte nel salvataggio in mare di persone in pericolo.
L’UNHCR sollecita inoltre l’Unione Europea affinché esplori soluzioni per affrontare le difficoltà in cui incorrono i rifugiati una volta che arrivano in Europa, assicurando loro un sostegno adeguato ed evitando che alcuni paesi debbano assumersi la responsabilità in modo preponderante.
Al momento, le persone in cerca di sicurezza in Europa arrivano per lo più in alcuni Stati alle frontiere esterne dell’Unione Europea mentre sono pochi altri i paesi, soprattutto Germania e Svezia, che ricevono il maggior numero di domande di asilo. Per far fronte a questo squilibrio, è necessaria più solidarietà intra-europea. Paesi come l’Italia e la Grecia dovrebbero essere sostenuti in modo che possano accogliere adeguatamente i richiedenti asilo ed esaminare le loro domande di asilo. Inoltre, l’UNHCR propone un progetto pilota che prevede il trasferimento in diversi paesi europei dei rifugiati siriani soccorsi in mare in Grecia e in Italia, sulla base di un sistema equo di distribuzione.
Attualmente, la Germania e la Svezia hanno da sole ricevuto circa il 56% di tutte le domande di asilo presentate dai siriani dall’inizio del conflitto. Questo progetto pilota prevederebbe una migliore distribuzione dei siriani riconosciuti come rifugiati tra tutti i paesi dell’Unione europea: ciò contribuirebbe alla riduzione dei rischi di tratta e sfruttamento legati agli attuali movimenti all’interno dell’Unione Europea.
Per i richiedenti asilo, il regolamento di Dublino, che definisce le responsabilità statali nell’esame delle richieste di asilo, dovrebbe essere pienamente implementato utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, tra cui il ricongiungimento familiare, l’individuazione di minori non accompagnati, e l’utilizzo della clausola di discrezionalità per alcuni casi in cui i legami familiari siano più distanti o in cui si riscontrino altri bisogni. Si tratta di strumenti che sono stati progettati dagli Stati dell’Unione europea e che dovrebbero essere utilizzati in modo efficace.
Con l’inizio del quinto anno di conflitto in Siria e con quasi 4 milioni di rifugiati, soprattutto nei paesi confinanti, diventa imperativo individuare ulteriori vie legali per permettere ai rifugiati siriani di trovare protezione in Europa. L’UNHCR esorta i paesi europei a impegnarsi maggiormente nell’accoglienza dei rifugiati attraverso programmi sostenibili di reinsediamento e a intensificare gli sforzi per garantire altre forme di ammissione, così che le persone in cerca di sicurezza possano effettivamente trovarla in Europa senza dover ricorrere a trafficanti e pericolosi movimenti irregolari.
Sono inoltre necessarie altre opportunità di reinsediamento e alternative, tra cui regimi di ammissione sulla base di sponsor privati, visti umanitari, di studio e di lavoro. L’UNHCR dichiara la propria disponibilità a valutare le condizioni necessarie ad ampliare i programmi di reinsediamento e prevedere altre forme di ammissione nell’Unione Europea.
“La retorica xenofoba riecheggia in tutta Europa. Pertanto è importante ricordarsi che i rifugiati fuggono da guerre e violenze in corso in paesi come la Siria. È necessario riconoscere i contributi positivi che loro e le loro famiglie forniscono nelle società in cui vivono ma anche onorare i valori fondamentali europei: la salvaguardia della vita umana, i diritti umani e la promozione della tolleranza e della diversità”, ha dichiarato Cochetel. “La proposta dell’UNHCR prevede anche l’impegno a garantire che vengano sviluppati solidi programmi nazionali di sostegno all’integrazione e che i rifugiati ricevano il sostegno di cui hanno bisogno per contribuire alle nostre società.”
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha inviato all’Unione Europea una serie di proposte concrete volte ad affrontare le sfide poste dalle migliaia di rifugiati e migranti che ogni anno rischiano la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Le proposte, formulate dal Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres in una lettera all’Unione Europea, sono parte dell’Iniziativa per il Mediterraneo Centrale (Central Mediterranean Sea Initiative, CMSI) dell’UNHCR, che mira a promuovere un ampio dibattito che coinvolga la Commissione Europea e gli Stati europei e le altre parti interessate per affrontare il tema dei flussi migratori misti nel Mar Mediterraneo e salvare vite umane.
“Stiamo proponendo all’Unione Europea e ai paesi che ne fanno parte una serie di soluzioni coraggiose e innovative per affrontare le sfide connesse alla gestione dei flussi migratori misti nel Mediterraneo e ridurre il numero di persone che perdono la vita in mare”, ha dichiarato Vincent Cochetel, Direttore del Bureau UNHCR per l’Europa.
Dall’inizio dell’anno, sono circa 470 le persone che hanno perso la vita o che sono scomparse nel Mar Mediterraneo, rispetto alle 15 dello stesso periodo dello scorso anno.
“Il mantenimento dello status quo non è un’opzione praticabile”, ha ammonito Cochetel, “non agire di fronte a queste sfide comporta solamente la morte di altre persone.”
Tra le nuove proposte dell’UNHCR c’è l’istituzione di un’importante operazione di ricerca e soccorso europea nel Mar Mediterraneo, simile all’operazione italiana Mare Nostrum, che si è conclusa lo scorso anno, e la realizzazione di un sistema europeo per compensare le perdite economiche subite dalle compagnie di navigazione coinvolte nel salvataggio in mare di persone in pericolo.
L’UNHCR sollecita inoltre l’Unione Europea affinché esplori soluzioni per affrontare le difficoltà in cui incorrono i rifugiati una volta che arrivano in Europa, assicurando loro un sostegno adeguato ed evitando che alcuni paesi debbano assumersi la responsabilità in modo preponderante.
Al momento, le persone in cerca di sicurezza in Europa arrivano per lo più in alcuni Stati alle frontiere esterne dell’Unione Europea mentre sono pochi altri i paesi, soprattutto Germania e Svezia, che ricevono il maggior numero di domande di asilo. Per far fronte a questo squilibrio, è necessaria più solidarietà intra-europea. Paesi come l’Italia e la Grecia dovrebbero essere sostenuti in modo che possano accogliere adeguatamente i richiedenti asilo ed esaminare le loro domande di asilo. Inoltre, l’UNHCR propone un progetto pilota che prevede il trasferimento in diversi paesi europei dei rifugiati siriani soccorsi in mare in Grecia e in Italia, sulla base di un sistema equo di distribuzione.
Attualmente, la Germania e la Svezia hanno da sole ricevuto circa il 56% di tutte le domande di asilo presentate dai siriani dall’inizio del conflitto. Questo progetto pilota prevederebbe una migliore distribuzione dei siriani riconosciuti come rifugiati tra tutti i paesi dell’Unione europea: ciò contribuirebbe alla riduzione dei rischi di tratta e sfruttamento legati agli attuali movimenti all’interno dell’Unione Europea.
Per i richiedenti asilo, il regolamento di Dublino, che definisce le responsabilità statali nell’esame delle richieste di asilo, dovrebbe essere pienamente implementato utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, tra cui il ricongiungimento familiare, l’individuazione di minori non accompagnati, e l’utilizzo della clausola di discrezionalità per alcuni casi in cui i legami familiari siano più distanti o in cui si riscontrino altri bisogni. Si tratta di strumenti che sono stati progettati dagli Stati dell’Unione europea e che dovrebbero essere utilizzati in modo efficace.
Con l’inizio del quinto anno di conflitto in Siria e con quasi 4 milioni di rifugiati, soprattutto nei paesi confinanti, diventa imperativo individuare ulteriori vie legali per permettere ai rifugiati siriani di trovare protezione in Europa. L’UNHCR esorta i paesi europei a impegnarsi maggiormente nell’accoglienza dei rifugiati attraverso programmi sostenibili di reinsediamento e a intensificare gli sforzi per garantire altre forme di ammissione, così che le persone in cerca di sicurezza possano effettivamente trovarla in Europa senza dover ricorrere a trafficanti e pericolosi movimenti irregolari.
Sono inoltre necessarie altre opportunità di reinsediamento e alternative, tra cui regimi di ammissione sulla base di sponsor privati, visti umanitari, di studio e di lavoro. L’UNHCR dichiara la propria disponibilità a valutare le condizioni necessarie ad ampliare i programmi di reinsediamento e prevedere altre forme di ammissione nell’Unione Europea.
“La retorica xenofoba riecheggia in tutta Europa. Pertanto è importante ricordarsi che i rifugiati fuggono da guerre e violenze in corso in paesi come la Siria. È necessario riconoscere i contributi positivi che loro e le loro famiglie forniscono nelle società in cui vivono ma anche onorare i valori fondamentali europei: la salvaguardia della vita umana, i diritti umani e la promozione della tolleranza e della diversità”, ha dichiarato Cochetel. “La proposta dell’UNHCR prevede anche l’impegno a garantire che vengano sviluppati solidi programmi nazionali di sostegno all’integrazione e che i rifugiati ricevano il sostegno di cui hanno bisogno per contribuire alle nostre società.”
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