L’UNHCR ammonisce: l’Europa è oggi sull’orlo di una crisi umanitaria che in gran parte si è autoindotta. Questo risulta dalla rapidità con cui le persone rifugiate e migranti si stanno ammassando in una Grecia già in difficoltà, dal fatto che i governi continuano a non collaborare nonostante abbiano già raggiunto accordi su una serie di aspetti, e dalle nuove restrizioni ai confini imposte paese dopo paese. Pratiche incoerenti e contraddittorie stanno causando sofferenze evitabili e rischiano di violare gli standard stabiliti dalla normativa europea ed internazionale.
Stando agli ultimi dati di ieri sera (lunedì), il numero di persone rifugiate e migranti in Grecia che hanno bisogno di accoglienza ha raggiunto quota 24.000. Circa 8.500 di queste persone si trovano a Eidomeni, vicino al confine con l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Almeno 1.500 hanno passato la notte precedente all’aperto. In queste condizioni di sovraffollamento c’è carenza di cibo, riparo, acqua e servizi igienici. Stanno aumentando tensioni e violenze e questo gioca a favore dei trafficanti di persone.
Le autorità greche hanno risposto con l’allestimento da parte dell’esercito di due campi, vicino ad Eidomeni, che hanno una capienza complessiva fino ad 12.500 persone, mentre un terzo sito nelle vicinanze è già in costruzione. Insieme ad altre organizzazioni partner, l’UNHCR continua a sostenere e integrare gli sforzi del governo greco. Abbiamo fornito ripari d’emergenza, tende, unità abitative per rifugiati e altri beni di primo soccorso, oltre al personale dispiegato sul luogo, tra cui operatori legali, tecnici e ad altri esperti.
Gli arrivi totali attraverso il Mediterraneo sono diminuiti durante i mesi invernali ma rimangono relativamente alti. I dati di questa mattina mostrano che 131.724 persone hanno intrapreso il viaggio tra gennaio e febbraio (di cui 122.637 sono arrivate in Grecia). Un numero che si avvicina al totale di arrivi nei primi sei mesi del 2015 (147.209). Fino ad ora quest’anno, 410 persone hanno perso la vita.
Risolvere la situazione di rifugiati e migranti in Europa, e prevenire una nuova crisi in Grecia, richiede una serie di azioni definite. Tra le più urgenti, rispetto alla Grecia, vi è la necessità di una migliore programmazione di piani d’emergenza, che prevedano una maggiori capacità di fornire accoglienza e altro supporto. Le autorità stanno cercando di offrire risposte efficaci ora al fine di prevenire un’ulteriore deterioramento delle condizioni in tutto il Paese. Ma maggiori risorse e un migliore coordinamento rimangono aspetti critici per riuscire a prevenire ulteriori sofferenze e situazioni caotiche. L’UNHCR sta continuando a supportare le operazioni di risposta: abbiamo allestito sedi sul campo in otto luoghi, e dispiegato staff aggiuntivo, tra cui squadre di emergenza mobili capaci di spostarsi velocemente laddove la situazione in continua evoluzione lo richieda. Tuttavia, con misure restrittive ai confini in aumento nei Balcani, siamo preoccupati che la situazione possa aggravarsi fino a diventare una crisi umanitaria di dimensioni simili a quella avvenuta nelle isole greche lo scorso autunno.
L’UNHCR esorta le autorità greche, affinché con il supporto dell’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo e gli Stati membri dell’Unione Europea, rafforzino con decisione le proprie capacità di registrazione e di gestione dei richiedenti asilo sia attraverso il sistema nazionale di asilo che attraverso lo schema di ricollocamento europeo.
La Grecia non può gestire questa situazione da sola. Rimane, pertanto, assolutamente imprescindibile che gli impegni di ricollocamento che l’Europa ha concordato nel 2015 diventino una priorità e siano implementati tempestivamente. È una questione che dovrebbe preoccupare tutti il fatto che nonostante gli impegni presi per il ricollocamento di 66.400 rifugiati dalla Grecia, gli Stati abbiano messo a disposizione soltanto 1.539 posti e soltanto 325 procedure di ricollocamento siano state portate a termine.
L’aumento di canali regolari che facilitino l’accesso dei rifugiati dai paesi confinanti con la Siria, aiuterà anche nella gestione complessiva di questa situazione. Più procedure di ricollocamento e ammissioni umanitarie, ricongiungimenti familiari, sponsorizzazioni private, visti per motivi umanitari e visti per motivo di studio o di lavoro per i rifugiati, aiutano a ridurre il traffico illegale di persone, gli spostamenti interni all’Unione e le pericolose traversate via mare. Queste misure, quindi, salvano vite. Il 30 Marzo a Ginevra l’UNHCR si riunisce per un’importante conferenza su questo tema e spera si potranno concretizzare proposte in questa direzione.
L’UNHCR esorta la Grecia e gli Stati lungo la rotta dei Balcani ad agire velocemente per evitare una catastrofe e ad affrontare questa emergenza con uno spirito di solidarietà e di condivisione di responsabilità. Accesso sicuro all’asilo, protezione, assistenza di base, trattamento delle persone con dignità e rispetto, devono rimanere gli elementi essenziali della risposta.
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