I combattimenti all’interno di aree precedentemente tranquille dello Stato di Western Equatoria in Sud Sudan continuano a costringere migliaia di persone a fuggire nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), in Uganda e persino nella Repubblica Centrafricana, dove la situazione è a sua volta problematica.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) auspica che la prossima settimana possa avere accesso a un numero stimato di 7.000 rifugiati del Sud Sudan che vivono in condizioni disperate a Bambouti, in una zona difficile da raggiungere nella parte più orientale della Repubblica Centrafricana.
È prevista per la giornata di sabato la partenza da Bangui per Bambouti (con arrivo previsto per il 21 marzo) di un convoglio di quattro camion con a bordo aiuti alimentari e umanitari non alimentari dell’UNHCR e del PAM. Un team interagenzia di valutazione dei bisogni arriverà lunedì, viaggiando in aereo ed elicottero. Porteranno alcuni beni di prima necessità, tra cui medicinali e barrette nutrizionali.
La sede dell’UNHCR più vicina si trova a Zemio, 320 km ad ovest, ma l’Agenzia ha mantenuto i contatti con gli operatori locali a Bambouti e con un piccolo gruppo di rifugiati, che hanno raggiunto autonomamente la città di Obo nella Repubblica Centrafricana, a quasi 110 km di distanza da Bambouti.
Questi rifugiati hanno riferito all’UNHCR che i nuovi arrivati nella parte orientale della Repubblica Centroafricana hanno urgente bisogno di assistenza, tra cui alloggi, cibo, acqua, assistenza sanitaria, oltre che adeguate condizioni di sicurezza. Molti sono ospitati da famiglie, ma la maggior parte di essi si trova in rifugi di fortuna. In più dell’80 per cento dei casi i rifugiati sono donne e bambini.
Inizialmente i rifugiati sono arrivati a Bambouti a dicembre per sfuggire ai combattimenti e alla tensione crescente tra i membri di un gruppo armato locale e le forze governative nelle città del Sud Sudan di Source Yubu e Ezo. Alcuni erano anche fuggiti dai combattimenti a Tambura.
Il gruppo di rifugiati presenti a Obo ha dichiarato che si aspettavano che un numero più elevato di persone raggiungesse la Repubblica Centroadricana, dove tre anni di conflitto hanno provocato l’esodo forzato di circa 900mila persone. Hanno affermato che la strada per Bambouti e il Sud Sudan era percorribile con un camion pesante, ma in cattive condizioni. Hanno pagato dei camionisti in contanti per essere portati a Obo.
I nuovi arrivi a Bambouti superano la popolazione locale di circa 1.500 unità, e ciò sta mettendo a dura prova le risorse di cibo e acqua. Anche la salute rappresenta un problema, con casi di malaria, diarrea, malnutrizione e scabbia. Ci sono solamente una ostetrica e un assistente medico a Bambouti, mentre alla clinica mancano medicinali e attrezzature. La scuola locale è chiusa dal 2002.
Dalla fine del 2015, i nuovi combattimenti in Western Equatoria hanno anche costretto più di 11mila persone a raggiungere la Repubblica Democratica del Congo e a cercare rifugio nelle città di Doruma, Bangalu, Gangala, Duru e Bitma, nella provincia di Haut Uele, dopo esser fuggiti dai combattimenti tra le forze governative e gli Arrow Boys, un gruppo armato locale, vicino alla città di Yambio in Sud Sudan.
I nuovi arrivati, in prevalenza donne e bambini (tra i quali il 30 per cento di età compresa tra gli zero e i tre anni) raccontano di violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, stupri e reclutamenti forzati. In molte hanno dichiarato di aver perso i propri mariti. La maggior parte dei nuovi arrivati ha detto all’UNHCR di provenire dalle contee di Ezo e Nzara nel Western Equatoria.
Tuttavia a Doruma e altrove le condizioni sono inadeguate, con molte persone che dormono nell’area di una chiesa a causa della mancanza di materiali per costruire alloggi. In molti dormono a cielo aperto. Le strutture igienico-sanitarie sono scarse. Un team dell’UNHCR sta registrando i rifugiati e valutando i loro bisogni.
In Uganda, più di 14mila rifugiati sudsudanesi, la maggioranza dei quali donne e bambini al di sotto dei 18 anni, sono stati registrati dall’inizio dell’anno. Molti dei nuovi arrivati sono fuggiti dal Western Equatoria, spesso dopo aver camminato per giorni, e sono stanchi e affamati.
Le cifre relative agli arrivi sono aggiornate a fine 2015. Il numero di nuovi arrivi è lievemente rallentato a metà febbraio, in coincidenza con lo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative avvenute il 18 febbraio. I numeri hanno gradualmente ricominciato a salire nel corso degli ultimi 10 giorni.
I nuovi arrivati vengono per lo più ospitati in un insediamento di nuova apertura ad Adjumani, nel distretto di West Nile, mentre numeri più piccoli vengono alloggiati negli insediamenti di Arua e Kiryandongo.
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