I numeri del reinsediamento nel 2019: oltre 63.000 persone
Nel 2019 abbiamo presentato in totale 81.600 richieste di reinsediamento. Circa 29.700 riguardavano rifugiati dalla Repubblica Araba Siriana, 19.000 persone fuggite dalla Repubblica Democratica del Congo, 5.900 rifugiati dall’Afghanistan e 4.400 dalla Somalia.
Con la nostra assistenza, nel 2019 oltre 63.600 persone sono state reinsediate verso Paesi terzi.
Il maggior numero di rifugiati è partito dalla Turchia (10.600), seguito da Libano (8.400), Giordania (5.500), Repubblica Unita di Tanzania (4.000) ed Egitto (4.000).
I Paesi di reinsediamento garantiscono ai rifugiati protezione fisica e legale, che include anche un accesso ai diritti civili, politici, economici, sociali e culturali simile a quello riconosciuto ai propri cittadini. Inoltre dovrebbero consentire ai rifugiati di diventare cittadini naturalizzati.
Quali mete? Anche l’Italia, dal 2015
Non sono moltissimi i Paesi che partecipano ai programmi di reinsediamento. Gli Stati Uniti sono il principale Paese ad attuare questi programmi, ma anche Australia, Canada e i Paesi del nord Europa garantiscono ogni anno un numero importante di posti.
Negli ultimi anni, comunque, in Europa e in America Latina è aumentato il numero dei Paesi coinvolti nei programmi.
L’UNHCR continua ad impegnarsi affinché sempre più Stati offrano posti per il reinsediamento, soprattutto perché continua a crescere, nel mondo, il numero di rifugiati che hanno bisogno di una soluzione duratura.
Anche l’Italia è diventato un Paese di reinsediamento e aderisce al programma dal 2015. In Italia collaboriamo con diversi attori per l’attuazione del programma, in particolare con le autorità del
Ministero dell’Interno nell’accoglienza dei rifugiati e nella costruzione di percorsi di assistenza e integrazione.
Una sfida che cambia la vita, un’accoglienza da costruire insieme
Il reinsediamento è un’esperienza che cambia la vita. È una vera e propria sfida, ma è anche gratificante. Spesso i rifugiati sono reinsediati in un Paese con una società, una lingua e una cultura completamente diverse e nuove rispetto alle loro.
Garantire un’accoglienza dignitosa e un percorso di integrazione efficace porta beneficio sia ai rifugiati, sia al Paese che li riceve. Per facilitare l’integrazione, i governi e le organizzazioni non governative partner offrono diversi servizi: orientamento culturale, formazione linguistica e professionale, iniziative per favorire l’accesso all’istruzione e al lavoro.
Collaborazioni e nuovi percorsi
Un esempio positivo di collaborazione regionale per migliorare le opportunità per i rifugiati è il programma di reinsediamento solidale da parte dei governi di Argentina, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay, condotto con il sostegno tecnico dell’UNHCR.
Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto insieme agli Stati per espandere gli sforzi oltre i tradizionali programmi di reinsediamento e attivare iniziative complementari.
Altri percorsi umanitari, infatti, possono assicurare protezione e soluzioni per i rifugiati a rischio: programmi di sponsorizzazione privata, visti umanitari, ammissione per motivi di salute. Ma danno opportunità in un Paese terzo anche i programmi di ricongiungimento familiare o di mobilità lavorativa, le borse di studio, i tirocini.
Questi percorsi sono stati promossi soprattutto per trasferire in condizioni di sicurezza i rifugiati siriani che avevano bisogno di assistenza urgente.