Providing potable water and raising awareness among children about the importance of hand washing is essential for preventing the spread of COVID-19. ; UNHCR in Iraq is working with partners to strengthen the monitoring of acute respiratory diseases in camps to be able to report any suspected cases of COVID-19 immediately. Our staff are reviewing the availability of medicines and medical in camp health clinics and rolling out health awareness campaigns on coronavirus an and out of camps. Health awareness messages are being disseminated and awareness posters distributed, within which hand washing, respiratory hygiene measures and early symptoms identification are key topics. There is ongoing training of health workers in camps on disease identification and management – according to Ministry of Health and WHO guidelines – to ensure prompt referral to hospitals where needed. We are also identifying locations inside camps that can be used for isolation of suspected cases, if public hospitals reach their full capacity.
Oggi, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha pubblicato la nota informativa “COVID-19 e persone in transito” nell’ambito di una serie che evidenzia in che modo la comunità internazionale possa garantire una risposta efficace e coordinata alla pandemia da COVID-19, in particolare a tutela delle popolazioni più vulnerabili.
“Stiamo fronteggiando una crisi sanitaria globale che sta provocando sofferenza in tutto il mondo e stravolgendo le vite delle persone. La pandemia da COVID-19 ha già portato al collasso i sistemi sanitari, le economie e le società di alcuni dei Paesi più benestanti al mondo. È necessario continuare a garantire supporto ai più vulnerabili, comprese le persone costrette alla fuga e le persone apolidi che ora, in una fase in cui la pandemia sta raggiungendo ogni angolo del pianeta, si trovano esposte a rischi ancora più elevati”, ha dichiarato l’Assistente Alto Commissario per la Protezione Gillian Triggs. “La pandemia da coronavirus aggrava molte delle criticità di lunga data a cui devono far fronte i rifugiati, minacciandone non solo la salute e la sicurezza, ma anche la sopravvivenza”.
Le persone apolidi e quelle costrette a fuggire da persecuzioni, guerre, o violenze, in fuga all’estero come rifugiati e richiedenti asilo o entro i confini dei propri Paesi come sfollati interni già a rischio di dover far fronte a condizioni di sicurezza e umanitarie disperate, sono ora ancor più vulnerabili a causa della pandemia.
La diffusione del COVID-19 aggrava le attuali vulnerabilità delle persone in fuga e degli apolidi in tre modi specifici. In primo luogo, la crisi sanitaria assume proporzioni maggiori tra la maggior parte di rifugiati, sfollati interni, richiedenti asilo e apolidi che vivono in condizioni precarie o di affollamento, con accesso limitato o compromesso all’assistenza medica e ad altri servizi essenziali, quali approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari. Tali limiti possono essere aggravati dalle restrizioni agli spostamenti imposte dal COVID che possono ostacolare o portare alla sospensione delle consegne di aiuti umanitari salvavita nell’ambito di numerose operazioni chiave implementate dall’UNHCR.
In secondo luogo, persone in fuga e apolidi già alle prese con difficoltà socioeconomiche si trovano esposte a rischi molto più elevati, dal momento che nessuno può accedere più a mezzi di sussistenza. E con l’imposizione di misure quali quarantena e confinamento, molte protezioni sociali sono in pericolo. Per esempio, donne e bambine possono essere a rischio più elevato di esposizione a violenza di genere e sessuale, abusi e sfruttamento, e avere difficoltà ad accedere ai servizi di protezione e risposta.
In terzo luogo, rifugiati, sfollati interni, richiedenti asilo e apolidi affrontano una crisi di vasta portata in relazione all’accesso ai servizi di protezione, dal momento che la chiusura dei confini e altre restrizioni imposte ai movimenti per contenere la diffusione del COVID-19 hanno condizionato gravemente libertà di movimento e accesso all’asilo. I richiedenti asilo potrebbero non essere più in grado di varcare le frontiere in cerca di protezione, mentre alcuni rifugiati potrebbero essere respinti ed esposti a pericoli e persecuzioni nei loro Paesi di origine. E mentre la pandemia ha immobilizzato diverse aree del pianeta, guerre, conflitti e violazioni dei diritti umani persistono e, in alcuni casi, si sono acuiti creando situazioni estremamente precarie per i civili e una maggiore necessità di garantire asilo e protezione.
La strategia chiave di risposta e ripresa dalla pandemia da COVID-19 è quella che prevede l’implementazione di misure socioeconomiche e di salute pubblica inclusive. La risposta al COVID-19 e la protezione dei diritti umani di persone in fuga e apolidi non sono reciprocamente incompatibili. Con l’approvazione del Global Compact sui rifugiati, la comunità internazionale ha assunto l’impegno collettivo di garantire che la responsabilità di proteggere i rifugiati di tutto il mondo sia condivisa equamente e che la mobilità delle persone continui ad avvenire a condizioni sicure, inclusive, e rispetti il diritto internazionale dei diritti umani e quello dei rifugiati. L’UNHCR ha incrementato l’erogazione di servizi sanitari e sociali nell’ambito delle proprie operazioni per contrastare la diffusione del virus, con la partecipazione attiva e l’inclusione di sfollati, apolidi e comunità di accoglienza in tutti i piani di risposta.
Nell’arco di questi ultimi mesi, tutti sono stati testimoni in prima persona di come rifugiati, sfollati interni, richiedenti asilo e apolidi si siano fatti avanti contribuendo alla forza lavoro e alle economie locali, nonché alla risposta in prima linea dei servizi sanitari. Tutti loro devono – e desiderano – essere parte della soluzione.”
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