L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sta collaborando con autorità locali e partner per assicurare assistenza immediata a circa 80.000 persone danneggiate dalle devastanti inondazioni che hanno colpito la provincia del Sud Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Le forti precipitazioni che tra giovedì e sabato scorsi hanno flagellato la città di Uvira e le aree circostanti, nel Sud Kivu, hanno causato devastanti inondazioni che hanno colpito aree densamente popolate della città e villaggi circostanti che accolgono persone sfollate, compresi rifugiati.
La piena ha danneggiato più di 15.000 abitazioni. Mentre sono in corso valutazioni su ampia scala a cura di autorità e agenzie umanitarie, nella regione, già duramente colpita da anni di instabilità e conflitti, si continuano a registrare casi di devastazioni.
L’evolversi della situazione acuirà i timori degli abitanti ormai pronti a far fronte all’arrivo di un nuovo nemico: la pandemia da coronavirus.
Le prime notizie registrerebbero la morte di oltre 25 persone e la presenza di più di 40 feriti a causa delle inondazioni. Inoltre, si teme che molti siano stati trasportati via dalla piena. L’ambulatorio medico di uno dei quartieri più poveri di Uvira è stato distrutto e anche i sistemi igienico-sanitari e di approvvigionamento idrico della sovraffollata città sono stati danneggiati.
L’UNHCR sta trasferendo con urgenza dal proprio magazzino di Uvira scorte iniziali di beni di prima necessità, tra cui teli impermeabili di fondamentale importanza per assicurare alloggi in tempi immediati, nonché materassi, set da cucina, secchi e zanzariere.
Nei prossimi giorni, l’Agenzia fornirà un numero maggiore di kit per gli alloggi per contribuire ad alleviare le sofferenze di alcune delle persone le cui case sono state spazzate via. Le autorità locali e provinciali stanno guidano la risposta col sostegno della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo (Mission de l’Organisation des Nations Unies pour la Stabilisation en République démocratique du Congo/MONUSCO).
L’UNHCR esprime preoccupazione in merito al numero elevato di persone private della dimora dalle inondazioni ed esposte alle intemperie e al rischio di contrarre malattie. Se, da un lato, a Uvira allo stato attuale non si sono registrati casi di COVID-19, il rischio di diffusione del colera è aumentato, essendo endemico dell’area.
Le autorità locali stanno mettendo a disposizione terreni in località adeguate, e gli esperti dell’UNHCR stanno collaborando con i partner per costruire alloggi, latrine e impianti igienico-sanitari e di approvvigionamento idrico per contribuire a prevenire un’epidemia di colera e cogliere l’opportunità di intensificare le attività di sensibilizzazione e preparazione relative al COVID-19.
L’UNHCR, inoltre, ha avviato l’individuazione di persone e comunità particolarmente a rischio e ha messo a disposizione servizi di sostegno psicosociale.
Le inondazioni hanno colpito ulteriormente una rete stradale già inadeguata, dentro e fuori la provincia del Sud Kivu, distruggendo o danneggiando numerosi ponti. Ciò ostacola in modo ulteriore l’accesso alle persone bisognose di assistenza, tra cui sfollati e rifugiati. L’UNHCR auspica di poter riprendere i ricollocamenti dei nuovi rifugiati in arrivo dal Burundi accolti in un centro di transito già sovraffollato, dato che erano stati interrotti a causa delle inondazioni.
Il Sud Kivu continua a registrare un numero elevato di persone costrette alla fuga dall’assenza di sicurezza e dal conflitto. Attualmente, la regione accoglie quasi uno degli oltre cinque milioni di sfollati interni di tutta la RDC.
La provincia del Sud Kivu, inoltre, accoglie quasi 50.000 dei 500.000 rifugiati burundesi presenti in tutto il Paese.
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