GINEVRA, 16 settembre (UNHCR) – L’UNHCR esprime preoccupazione per il numero di persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo negli ultimi giorni e sottolinea la necessità di un’azione collettiva europea per evitare ulteriori perdite di vite umane in mare.
Secondo le informazioni che l’UNHCR ha ricevuto dalla guardia costiera, cinque naufragi avvenuti durante il fine settimana avrebbero causato fra 650 e gli 850 morti e dispersi, anche se le cifre sono in costante aggiornamento.
Questi incidenti hanno reso gli ultimi giorni uno dei periodi più letali in termini di numero di rifugiati e migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, attraversando irregolarmente il Mediterraneo.
Tre naufragi si sono verificati al largo delle coste della Libia, causando 340 fra morti e dispersi. In un altro naufragio, avvenuto ad est di Malta, ci sarebbero – in base a differenti testimonianze dei sopravvissuti – tra le 300 e le 500 persone scomparse. A seguito di questo incidente, tre sopravvissuti sono stati portati a Malta e ricoverati in ospedale, sei sopravvissuti sono stati portati sull’isola greca di Creta, e due persone in Italia. Secondo inquietanti testimonianze gli scafisti avrebbero deliberatamente affondato l’imbarcazione.
In un naufragio avvenuto al largo delle coste dell’Egitto, secondo quanto riportato da fonti militari egiziane, 15 persone provenienti da Gaza sarebbero morte sabato e cinque risultano disperse in seguito al capovolgimento dell’imbarcazione su cui viaggiavano avvenuto al largo della costa di al-Ajami, nel nord dell’Egitto.
L’ UNHCR stima che quest’anno più di 2.500 persone siano morte o scomparse in mare, oltre 2.200 delle quali solo dall’inizio di giugno.
Questi tragici eventi sottolineano la necessità di un’azione collettiva a livello europeo per evitare ulteriori perdite di vite umane in mare, che includa il rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso e delle alternative legali ai pericolosi viaggi in mare per le persone bisognose di protezione internazionale.
I superstiti dei naufragi, che spesso hanno perso familiari e amici, hanno bisogno di accedere rapidamente a servizi di sostegno psicologico. L’UNHCR ha anche chiesto che vengano messe in atto procedure per consentire l’identificazione dei corpi recuperati in mare, fornendo informazioni rapide e chiare in modo che le famiglie non siano sottoposte a ulteriori traumi.
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