Ernesto*, insegnante in Honduras, siede nella classe vuota, fissando la lavagna su cui ha scritto la sua collega. La lezione del giorno prima era ancora lì, scritta col gesso. “Eccone un’altra,” dice a se stesso. “Un’altra insegnante che se n’è andata.”
Luisa*, che era stata collega di Ernesto in una scuola a Tegucigalpa, in Honduras, si è infatti unita a migliaia di altre persone che hanno abbandonato il quartiere per fuggire dalla violenza delle gang criminali.
Le scuole dovrebbero essere ambienti in cui le persone di sentono al sicuro. Eppure, ogni giorno insegnanti e studenti in Honduras devono affrontare estorsioni, minacce e violenze sessuali.
“Abbiamo paura, ma il vero problema è che non sappiamo a chi rivolgerci per cercare aiuto,” afferma Ernesto. “Alcuni insegnanti devono trasferirsi in altre scuole. Sono costretti a fuggire a causa delle violenze.”
Queste violenze colpiscono circa 60.000 insegnanti in tutto il paese, e il 69 per cento di loro cerca di proteggersi, secondo un recente studio condotto dal governo dell’Honduras. Dal 2010, sono 90 gli insegnanti assassinati dalle gang criminali.
“Stiamo lavorando sulla prevenzione della violenza, perché gli insegnanti possano sentirsi al sicuro,” spiega Ernesto. Tutto quello che Ernesto desidera, come gli altri professori, è una scuola in cui gli allievi possano imparare – e gli insegnanti fare il loro mestiere – senza timori.
Secondo il Ministero dell’Istruzione dell’Honduras, tra il 2014 e il 2017 più di 200.000 studenti hanno abbandonato gli studi per vari motivi, tra cui la violenza delle gang criminali. Alcuni hanno ricevuto minacce di morte e sono stati costretti a cercare un lavoro per poter pagare il prezzo delle estorsioni.
Per gli studenti minacciati, le scuole possono rappresentare luoghi sicuri in cui trovare orientamento e sostegno. Secondo il Ministero dell’Istruzione, sono oltre 700 le scuole a rischio in Honduras, e tra le persone minacciate vi sono più di 180.000 allievi e circa 60.000 insegnanti.
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“Il mio insegnante ha sempre creduto in me, anche se ero il buffone della classe,” racconta Mario*, un ex studente di Ernesto. Il ragazzo riconosce a Ernesto il merito di averlo aiutato a ad evitare i guai e a restare a scuola fino all’ottenimento del diploma superiore.
“Nel corso della mia vita ho avuto varie difficoltà a causa del mio lavoro come tassista su motocicletta,” spiega Mario. “Ho rischiato la vita varie volte. Questo mi ha reso depresso, spaventato, apatico.”
Mario è però riuscito ad affrontare le sue paure, e oggi è determinato a crescere e ad avere successo. “Oggi sono motivato a raggiungere i miei obiettivi. Devo questa forza a insegnanti come Ernesto.”
Trovare sicurezza in Honduras
Nonostante il calo del tasso di omicidi nel corso degli ultimi tre anni, l’Honduras continua a registrare alti livelli di violenza, soprattutto nelle aree controllate dalle gang criminali. Minacce di morte e limitazione della libertà di movimento sono all’ordine del giorno, e secondo uno studio condotto dal governo sono almeno 174.000 le persone che sono state costrette a fuggire dal proprio quartiere negli ultimi dieci anni.
Violenza e persecuzione hanno un impatto notevole sull’istruzione. In un solo anno, tra il 2016 e il 2017, circa 500 insegnanti hanno richiesto il trasferimento, e almeno 10 hanno dovuto farlo quotidianamente nella capitale Tegucigalpa.
L’UNHCR lavora a stretto contatto con il governo, la società civile, altre agenzie dell’ONU e organizzazioni regionali, con una presenza in almeno 14 aree ad alto rischio a San Pedro Sula e Tegucigalpa per monitorare e mitigare i rischi per la protezione.
Tale collaborazione è parte di un nuovo approccio inter-istituzionale volto ad assistere sia le persone in fuga che le comunità ospitanti, conosciuto come Quadro Regionale Integrale per la Protezione e le Soluzioni alla situazione di queste persone (MIRPS nell’acronimo spagnolo).
L’UNHCR lavora per rafforzare i legami comunitari anche nelle scuole, dove ogni giorno gli insegnanti devono affrontare elevati livelli di violenza. L’Agenzia fornisce inoltre corsi di base di autodifesa e sostiene la creazione di un comitato in cui gli insegnanti possano formulare piani e politiche di protezione per contrastare la violenza.
* I nomi sono stati cambiati per proteggere le persone coinvolte.
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