Esprimo grave preoccupazione per la popolazione civile colpita dal fuoco incrociato – con attacchi aerei e bombardamenti pesanti – in Siria sud-occidentale. Si stima che 750mila vite umane siano in pericolo. Più di 320mila persone hanno dovuto abbandonare le loro case e la maggior parte vive in condizioni di difficoltà e insicurezza estreme, tra cui circa 60mila persone accampate al confine di Nasib / Jaber con la Giordania.
Sebbene le comunità locali in Siria abbiano aperto le loro porte per accogliere molte persone sfollate a causa del conflitto, nella maggior parte dei casi queste ultime sono costrette a vivere all’addiaccio o in rifugi di fortuna che offrono poca sicurezza e protezione dalle intemperie. Tra gli sfollati, sono moltissime le donne e i bambini, oltre alle persone anziane, ferite e malate e sono particolarmente preoccupato per la loro sorte. Tra gli sfollati vi sono anche operatori umanitari locali che hanno servito in modo disinteressato la popolazione civile per tutta la durata del conflitto.
Chiaramente, la priorità più immediata è trovare una soluzione politica al conflitto e risparmiare ulteriore sofferenza ai civili siriani. Nel frattempo, le Nazioni Unite e i partner stanno facendo del loro meglio per fornire aiuti essenziali per la vita della popolazione della Siria sud-occidentale sia all’interno della Siria che al di là del confine giordano, ma le condizioni di sicurezza stanno ostacolando i nostri sforzi per raggiungere un gran numero di persone in grave difficoltà.
Invito tutte le parti in causa a moltiplicare i propri sforzi per porre fine alle ostilità, per consentire agli attori umanitari di fornire assistenza e riparo e di evacuare i feriti. La protezione, la sicurezza e la sicurezza dei civili e degli operatori umanitari è di massima importanza – un principio fondamentale del diritto internazionale umanitario che deve essere garantito da tutte le parti coinvolte nel conflitto e dalla comunità internazionale in generale.
Le ostilità nella zona di confine mettono in pericolo vite umane e lasciano a molti l’unica scelta di cercare sicurezza nella vicina Giordania. Mi congratulo con la Giordania per aver fornito generosamente protezione a centinaia di migliaia di rifugiati siriani dall’inizio della crisi e per aver fornito e facilitato l’assistenza alle persone che ne avevamo bisogno all’interno della Siria. In considerazione dei pericoli immediati, incoraggio la concessione della protezione temporanea in Giordania a coloro che hanno bisogno di sicurezza e invito la comunità internazionale a fornire un sostegno immediato e sostanziale alla Giordania, in uno spirito di solidarietà e condivisione delle responsabilità.
L’UNHCR è pronto ad aumentare immediatamente l’assistenza in Siria e in Giordania. Migliaia di vite innocenti andranno perse, ancora una volta, se non verrà intrapresa un’azione urgente.
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