In vista della scadenza, a maggio, degli aiuti in denaro indispensabili per 200.000 famiglie di rifugiati siriani, il 24-25 aprile si terrà a Bruxelles un convegno di donatori per discutere dei finanziamenti destinati alla Siria.
A partire dalla prossima estate, centinaia di migliaia di famiglie di rifugiati siriani che vivono in condizioni di grande povertà in Medio Oriente rischiano di perdere la loro principale ancora di salvezza finanziaria se non si riusciranno a trovare con urgenza le risorse aggiuntive per colmare un deficit di 270 milioni di dollari USA. La crisi si inserisce in una più ampia carenza di finanziamenti pari a 4.1 miliardi di dollari USA nell’ambito del Piano di risposta dell’ONU per i rifugiati siriani del 2018.
Il conflitto in Siria, che dura ormai da sette anni, continua ad alimentare la più grande crisi mondiale dei rifugiati, con oltre 5,6 milioni di persone costrette a un esilio prolungato nei paesi limitrofi. Ogni anno le famiglie si ritrovano in situazioni di crescente indigenza, e la stragrande maggioranza dei rifugiati in Giordania e Libano vivono ormai al di sotto della soglia di povertà, senza i mezzi per soddisfare i loro bisogni primari.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) fornisce attualmente l’assistenza in denaro di cui hanno estremo bisogno le famiglie più vulnerabili, principalmente in Giordania e Libano, per aiutarle a coprire i costi dell’alloggio, del riscaldamento, dell’assistenza sanitaria e altri bisogni essenziali. Tuttavia con gli attuali finanziamenti destinati all’UNHCR e in vista dell’imminente scadenza di altri programmi di assistenza in denaro delle Nazioni Unite, a partire da maggio, quasi un milione di persone rischia di perdere tali aiuti.
Il monito viene lanciato alla vigilia di un importante convegno di donatori dell’UE e dell’ONU che si terrà a Bruxelles il 24 e 25 aprile, finalizzato a garantire nuovi impegni finanziari a sostegno dei cittadini siriani e dei principali paesi di accoglienza dei rifugiati. La cifra stabilita per il 2018 è di 5,6 miliardi di dollari USA, ma a fine marzo solo il 27 percento dei fondi richiesti dalle Nazioni Unite era stato ricevuto, lasciando un deficit di 4,1 miliardi di dollari USA.
Gli aiuti in denaro sono un elemento chiave nella risposta dell’UNHCR alla crisi. Consentire ai rifugiati di poter stabilire la giusta priorità nelle spese legate ai bisogni più urgenti offre loro maggiore dignità e libertà di scelta, e al tempo stesso dà un impulso alle economie locali in aree che ospitano un numero elevato di rifugiati.
L’uso da parte dell’UNHCR di sofisticati sistemi biometrici e di riconoscimento delle vulnerabilità garantisce che gli aiuti finanziari siano consegnati, in tutta sicurezza, a coloro che ne hanno più bisogno, nel modo più efficiente in termini di costi.
In Libano, dove il 58 percento del milione circa di rifugiati siriani registrati vive in condizioni di estrema povertà con meno di 2,90 dollari USA al giorno, gli aiuti in denaro servono a sostenere circa 33.000 famiglie tra le meno abbienti.
Manar ha 29 anni e tre figli. Viene da Homs, ma attualmente vive a Baabdat, una città sul Monte Libano che si affaccia sulla capitale, Beirut. È arrivata nel paese nel 2013 dopo otto mesi di sfollamento all’interno della Siria. Suo marito è stato ucciso in un incidente d’auto nel 2015, lasciandola sola e in difficoltà nel mantenimento dei suoi figli.
Mentre cerca di guadagnare qualcosa con lavori di manodopera non qualificata per pagare l’affitto e le bollette, Manar dice che i 175 dollari che riceve ogni mese l’aiutano a garantire un futuro per i suoi figli.
“Grazie agli aiuti in denaro posso pagare il trasporto scolastico dei miei figli” ci spiega. “Gli dico sempre che, dopo la morte del padre, non potrò lasciagli un’eredità. Ma posso dargli un’istruzione grazie alla quale potranno ottenere tutto ciò che vogliono”.
“I rifugiati come me hanno esigenze diverse e diversi tipi di spese da affrontare” aggiunge. “A volte i figli si ammalano ed è necessario portarli dal medico. Sostenere finanziariamente i rifugiati significa dargli la libertà di avere il denaro necessario nei momenti di maggior bisogno”.
Anche prima dell’attuale crisi finanziaria, Mireille Girard, Rappresentante dell’UNHCR in Libano, affermava che il fatto che le risorse disponibili non fossero riuscite a tenere il passo con l’aumento della povertà tra i rifugiati significava che molti siriani bisognosi venivano già abbandonati a se stessi.
“Il problema è che dovremmo aiutare il 76 percento della popolazione, ma in realtà stiamo aiutando solo una parte di quel 58 percento che vive al di sotto della soglia di povertà estrema” afferma. “Al momento, i loro bisogni stanno aumentando e noi siamo a malapena in grado di fornire gli stessi aiuti dell’anno precedente”.
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